sabato 5 gennaio 2008

Magia e maghe

Io: Ho mal di testa!!
Mia nonna: Da quanto tempo?
Io : non ricordo No
Nonna: dai che ti faccio l'"affascino”
Io: Va bene No
Nonna: prendimi il piatto con l'acqua e l'olio.
Io prendo il piatto con l'acqua e l'olio e subito dopo la cucina di casa diventa il covo delle streghe dove il sottoscritto si sottopone a pratiche magiche necessarie all'allontanamento dell'”affascino”, ovverosia il maleficio che anche involontariamente ti fanno quando ti “prendono d'occhio”.
Dopo formule pronunciate con voce inudibile e rituali tra il sacro e il profano il momento topico: la goccia d'olio versata nell'acqua. La prima si spande fino a non vedersi più nel mio caso.
Nonna: E' pure forte!! Tra un po' te lo rifaccio che non si sa mai!!
Io: Grazie No

6 commenti:

Anonimo ha detto...

POSSO PRENDERE APPUNTAMENTO DALLA NONNA????

Fabione ha detto...

certo KK ci sentiamo e organizziamo!!

Mitches ha detto...

maledetto malocchino! bastardi invidiosi! fuckin' witch on the beach like a bitch
Sabba Rulez!

Anonimo ha detto...

la nonna ti chiede i soldi per questo tipo di prestazioni?

Anonimo ha detto...

la vita del fabione veniva citata anche dal nobile Pablo..... tra coppe di vetri e coppe di seta, il fido amico, sempre prescelto, sempre presente, dal taurasi al tavernello, hanno condiviso con lo stesso momenti indimenticabili..

Vino color del giorno,
vino color della notte,
vino con piedi di porpora
o sangue di topazio,
vino,
stellato figlio
della terra,
vino, liscio
come una spada d’oro,
morbido
come un disordinato velluto,
vino inchiocciolato
e sospeso,
amoroso,
marino,
non sei mai presente in una sola coppa,
in un canto, in un uomo,
sei corale, gregario,
e, quanto meno, scambievole.
A volte
ti nutri di ricordi
mortali,
sulla tua onda
andiamo di tomba in tomba,
tagliapietre del sepolcro gelato,
e piangiamo
lacrime passeggere,
ma
il tuo bel
vestito di primavera
è diverso,
il cuore monta ai rami,
il vento muove il giorno,
nulla rimane
nella tua anima immobile.
Il vino
muove la primavera,
cresce come una pianta di allegria,
cadono muri,
rocce,
si chiudono gli abissi,
nasce il canto.
Oh, tu, caraffa di vino, nel deserto
con la bella che amo,
disse il vecchio poeta.
Che la brocca di vino
al bacio dell’amore aggiunga il suo bacio
Amor mio, d’improvviso
il tuo fianco
è la curva colma
della coppa
il tuo petto è il grappolo,
la luce dell’alcol la tua chioma,
le uve i tuoi capezzoli,
il tuo ombelico sigillo puro
impresso sul tuo ventre di anfora,
e il tuo amore la cascata
di vino inestinguibile,
la chiarità che cade sui miei sensi,
lo splendore terrestre della vita.


Ma non soltanto amore,
bacio bruciante
e cuore bruciato,
tu sei, vino di vita,
ma
amiciziadegli esseri, trasparenza,
coro di disciplina,
abbondanza di fiori.
Amo sulla tavola,
quando si conversa,
la luce di una bottiglia
di intelligente vino.
Lo bevano;
ricordino in ogni
goccia d’oro
o coppa di topazio
o cucchiaio di porpora
che l’autunno lavorò
fino a riempire di vino le anfore,
e impari l’uomo oscuro,
nel cerimoniale del suo lavoro,
e ricordare la terra e i suoi doveri,
a diffondere il cantico del frutto.

frapohc ha detto...

rerron rulez